Singer Vehicle Design e la 911 Safari ACS

La prima competizione di una Porsche 911 fu il rally di Montecarlo del 1975, dove si qualificò quinta. Questo per dire che il rally è sempre stato nel dna dell’icona della Porsche.
E poi… vi ricordate una livrea Rothmans spuntare fuori dalle dune del deserto nell’edizione (poi vinta) della Dakar del 1984?

Singer Vehicle Design e la 911 Safari

Partiamo dalla California, da Sun Valley, dove ha sede la Singer Vehicle Design.
Una “restoration boutique house”, dove l’amore e l’ossessione per la Porsche 911 portano alla creazione di oggetti unici e affascinanti. Design originale con componentistica moderna e all’avanguardia. Il sogno di ogni appassionato.
Oggi si sono spinti ancora più in là, creando, è proprio il caso di dirlo, una versione aggiornata della 911 Safari, in collaborazione con Richard Tuthill, uno dei più affermati preparatori di Porsche 911 classiche da rally.
La Singer ACS (All Terrain Competition Study).

Il progetto parte da una 964 del 1990.
Il telaio è stato rivisto e rinforzato nei punti più sollecitati e la carrozzeria è stata completamente rifatta con pannelli in fibra di carbonio. Anche il posteriore è rivisitato e prende forma come un omaggio alle linee della 959 Safari.
Inedite e decisamente protagoniste sono le nuove sospensioni con due ammortizzatori a corsa lunga per ruota, completamente regolabili a seconda delle condizioni del terreno. Le gomme sono BF Goodrich Baja da off-road su cerchi da 16”.

Singer Vehicle Design e la 911 Safari

La trazione è integrale con tre differenziali a slittamento limitato, uno per asse in aggiunta a quello centrale che garantisce la massima trazione in ogni momento.
Il motore non è il classico Boxer aspirato ma un sei cilindri biturbo raffreddato ad aria in grado di erogare 450 CV abbinato ad una trasmissione sequenziale a 5 rapporti.

Singer Vehicle Design e la 911 Safari

L’abitacolo è quello di una vettura da competizione, ovviamente progettato in ogni singolo dettaglio come solo Singer ci ha abituato. Roll cage e dettagli in rosso fuoco, abbinati al nero del carbonio, con tanto di sistema di idratazione per il pilota e uno schermo con le mappe per il navigatore.

In ogni momento e in ogni dettaglio traspare tutta la passione che è il motore di questi progetti magnifici.
Nell’intervista fatta da Top Gear si vede tutto l’orgoglio e la soddisfazione di chi ha lavorato duramente per creare qualcosa di unico. La passione è sempre alla base di tutto, perché alla fine siamo tutti guidati da essa, e come dice Tuthill a conclusione di tutto, “I’m a rally boy”.