Test Drive
Porsche Macan S Diesel
(prova su strada)

la tigre nel suo abitat naturale

Ma certo, oggi a livello di vendite la Porsche è una casa che fa anche Suv (non per niente ogni produttore ne ha almeno 2 in gamma) e quindi non devo stupirmi se un veicolo, benchè alto e con una buona visuale, ti fa pensare (invece) di essere su una sportiva performante, con una qualità di costruzione impeccabile.
Quindi veloce cambio di programma e andiamo alla ricerca di terreni impervi, acque fangose e polvere, tanta polvere, per riportare la "Macan" (in dialetto thailandese "tigre") nel suo abitat naturale. Inizierò col dire che, se non amate questi grossi mostri che vi vengono venduti per affrontare le strade più impervie e poi, solitamente, finiscono per imbottigliarsi nelle grandi città all'ora dell'aperitivo, questa Macan è diversa, perché il suo stile è tutt'altro che "pesante" (grazie alla linea gradevolmente tondeggiante che mitiga bene le sue dimensioni effettive) ma molto crossover, compatto e sportivo; insomma, ora avrei grossi dubbi nello scegliere una Cayenne, soprattutto se (come penso) sarà la versione S, ma Diesel, il modello di riferimento del mercato Italiano, che vi toglie anche dall'impiccio dell'odioso "superbollo".

Sportiva!

Grazie alla maggior coppia, utile in città, i 250 CV disponibili non paiono mai pochi; il motore è condiviso con la Q5 ma, fin dai primi km, è chiaro che il settaggio della centralina e l'assetto della vettura sono assolutamente "made in Porsche". Accendiamo e la prima sorpresa e che non sembra ci sia un turbodiesel, la davanti: poche le vibrazioni e un rumore che risulta, addirittura, piacevole. L'unico indizio che può tradirvi è quella scrittina laterale "Diesel" a cui potete fare decisamente a meno ! L'handling è da sportiva e la sua linea esterna non vi da false speranze: ovvio, non siete su una 911 o una Boxster, ma in "sport" o (addirittura) in "sport plus" (si, c'è anche questa possibilità) tra le curve non sembra proprio di esser al volante di un SUV e, grazie alla trazione integrale controllata elettronicamente che preferisce quasi sempre le ruote posteriori, lo sterzo reattivo e le sospensioni attive, riuscite anche a mandarla leggermente di traverso e divertirvi.

La carrozzeria, inoltre, è sempre livellata rispetto l'asfalto e quell'odioso dondolio (spesso presente in questa categoria) è assolutamente assente. Vi dirò, nella guida rilassata anche il doppia frizione risulta meno "noioso" rispetto alle altre sportive del marchio (dove a 50 km/h è già in 7) e si rivela reattivo anche in "drive"; la differenza, se mai, si nota nelle modalità più performanti dove risulta, invece, essere leggermente più lento nelle cambiate (che si possono fare anche attraverso i bellissimi paddle). Ovviamente, vista l'anima sportiva, riuscire a raggiungere i consumi previsti dalla Casa non è facile; sarà per questo che c'è, come optional gratuito, il serbatoio da 75 litri ?
La strumentazione interna è in pieno stile Zuffenhausen, il terzo quadrante multifunzione affascina, ma la consolle centrale (soprattutto se abbondate con gli optional) risulta molto "aeronautica" e disseminata di tasti che, a volte, vi possono creare confusione (sopratutto se li azionate, come NON DOVRESTE, in movimento). Due righe merita anche il vano bagagli: regolare nella forma, trova una estensione nello spazio sotto al pianale (idoneo ad ospitare una ruota di scorta disponibile come optional, oppure oggetti di dimensioni piuttosto generose) evitando che nelle curve “vadano a spasso”. 500 litri, con i sedili in posizione, non sono pochi e la sua apertura e chiusura elettrica vi leva dagli impicci in più di un'occasione.

RINGRAZIAMENTI SPECIALI

Porsche Italia nelle persone del Dott. Gentile e Barbara Calore e il Dott. Pasta della “Zucca & Pasta S.p.A.” di La Loggia.