MAZDA MX-5 Primo Test Drive by Garage TV Show
Test Drive
Mazda MX-5 2.0 Sport
(prova su strada)
Sono sincero: essere obiettivi, nel giudicare una roadster come la Mazda MX-5, non è cosa facile;
ed è chiaro come non lo sia per tutta una serie di motivi…
Primo è un’auto iconica, secondo ha schiere di fans (e fans club) sparsi in tutto il mondo, terzo ha un ottimo
rapporto qualità-prezzo (visto che è la più venduta di tutti i tempi), quarto è un’auto che strizza l’occhio più
alle sensazioni, che alle prestazioni…
Può bastare?
La nuova MX-5 funziona!
Così, una volta che vi siete seduti al suo interno, vi viene quasi spontaneo sganciare (con pochi e mirati gesti, grazie alla maniglia
centrale) la capotte, rigorosamente manuale, allacciare le cinture, schiacciare lo start e dare il massimo ad ogni curva cercando di
trasformare ogni percorso (volutamente cercato o, solo, quotidianamente vissuto) in un’esperienza di guida pura e semplice e, quindi,
in un’emozione.


Ha tutto…
Leggera, semplice, compatta, abbastanza veloce e abbastanza resistente…
Se la ricetta era così semplice, perché in tutti questi anni è riuscita (ciclicamente, a partire dal 1989 con la Mk1 o NA)
solo alla Casa di Hiroshima?
Perché, in tutti questi anni pur trasformandosi è sempre rimasta qualcosa di fantastico, qualcosa che ricordava le grandi
spider a due posti degli anni Sessanta e, quindi, qualcosa che risultava desiderabile.


Però, con il passare del tempo (guardate il nostro viaggio a ritroso, insieme agli amici di Garage TV, con tutti i
modelli nel video che trovate qui sotto) si era anche un po’ appesantita, era diventata più complessa e, quindi,
rischiava di perdere un po’ del suo fascino.
Pertanto, come una donna di mezza età che si rivolge al chirurgo plastico per cercare di ritrovare
fiducia in se stessa, prima che con gli altri, anche per Mazda era importante (oltre ad aggiornare il suo design)
far uscire fuori nuovamente la sua filosofia, le sue origini;
E tutto al posto giusto!
Operazione centrata a pieno, incominciando dalla fedeltà verso il suo motore aspirato a quattro cilindri.
1.5 se volete fare i modesti, 2.0 se (come noi) volete fare gli “sboroni”.
Poi c’è il dimagrimento: 100 kg in meno rispetto al modello precedente, che significa maggiore agilità.
Il sound, che è vero ed esce solo quando serve. Le sospensioni (posteriori Bilstein) rigide, ma senza esagerare.
Lo sterzo equilibrato e comunicativo (nonostante il servo sterzo elettrico) così come il collegamento fra la strada
e il vostro didietro.
Il cambio manuale a 6 marce, con leva corta e tozza, ma che è proprio li dove la vorreste.
C’è il differenziale a slittamento limitato (LSD, che già dal nome promette grandi viaggi) e c’è il prezzo che, come
dicevamo, la rende una roadster “equa e solidale”.
Una sportiva a trazione posteriore per gente da tutti i giorni, proprio come noi, insomma.
Bene.



World Car Design of the Year 2016
Ed anche se l’unico, chiaro, elemento di design che rimane costante è il profilo laterale (dietro ricorda molto una
BMW di Chris Bangle e davanti sconvolge il frontale con le sue sorprendenti luci strabiche), beh, mi pare chiaro
che Mazda sia riuscita nel suo intento.
Poche e semplici linee che la slanciano, malgrado sia la più corta e bassa di tutte, grazie alle ruote spostate alle estremità del corpo auto.
Qualcosa ci sarà, ma non abbastanza importante…
Ovvio, qualche rinuncia sulla nuova Miata (soprattutto se, come penso, diventerà la vostra compagna di vita giornaliera)
c’è: l’abitacolo, soprattutto a tetto chiuso, è molto intimo e minimale, manca il portaoggetti classico
(c’è un pozzetto tra i due sedili, dietro alle vostre spalle, difficile da raggiungere in movimento),
mancano gli specchietti dietro alle alette parasole (che sono molto grezze), il bagagliaio non è rifinito e
finirete per perdere un po’ di ore nel cercare il pulsante (da pigiare) per la sua apertura.
Il tunnel centrale, soprattutto se ci date dentro, scalda un po’…
Ma non sono mai, a differenza di altre vetture che vi vendono il “meno” come un “plus”, delle mancanze così accentuate
da farvi perdere il sorriso.
Un po’ come quando, appoggiandovi al bracciolo centrale, finirete per far ammutolire (senza volerlo) la radio,
i cui altoparlanti sono incassati negli appoggiatesta dei sedili Recaro (pelle e Alcantara) riscaldabili e sagomati.

E la tranquillità è parte del divertimento.
Ma questa quarta generazione vi offre anche un Navi (con display digitale da 7” touch, in stile iPad, con cui potete
collegare il vostro smartphone), un insolito Commander HMI (per le modifiche in movimento), l’apertura delle
porte keyless (che funziona molto bene), il rilevatore elettronico di corsia (prima cosa da staccare, se non
volete rischiare un sonoro mal di testa), l’utile controllo degli abbaglianti, lo splendido audio Bose, un
porta bicchieri ma, anche, un irresistibile contagiri centrale.
Ovviamente, come molte altre roadster, la visibilità posteriore non è il massimo e quindi, non essendo prevista una
telecamera, se un veicolo va a occupare un punto cieco (o vi si avvicina da dietro) il sistema vi avverte con
un segnale acustico e con il lampeggiamento delle luci degli specchietti retrovisori. Quando la zona è libera,
l'allarme cessa consentendovi di completare la manovra in tutta sicurezza.
Se la lasciate per strada, inoltre, potreste anche pensare di affidarvi al tetto retrattile della RF… Certo, un
tetto elettrico e, per giunta, rigido, potrebbe scandalizzare i puristi del marchio, ma la sua praticità/comodità,
abbinati alla velocità di apertura e ad una cabina più silenziosa, beh, potrebbero far arrivare nuovi proseliti.






Guidando, molte cose iniziano ad avere senso…
Del resto poco importa se il tachimetro arriva ad un modesto 214 Km/h.
Sono altri i pregi di questa due posti che passa, senza paura alcuna, dal traffico della città, alle curve di una strada di montagna (luogo in cui l’abbiamo provata) e, senza la necessità di pigiare un tasto “Sport”, anche sui cordoli della pista; mettetevi al volante, dicevamo, e non potrete far altro che ridere di cuore mentre il vento scuote i vostri capelli (ammesso li abbiate ancora) nonostante il frangivento di serie.
Anzi, qualche volta mi da l’impressione di essere anche troppo aggressiva e avida di giri.
Poi devi imparare a fidarti di lei e del suo rollio, soprattutto quando si frena con decisione (magari all’ultimo momento) nelle curve più strette. E’ un po’ morbida e quando parte di traverso lo fa d’improvviso. Però, più la usate e più vi crea dipendenza.
L’anteriore inchiodato alla strada mette alla prova le vostre doti di guida e, soprattutto, lo fa a velocità da Codice.
Del resto perché chiedere di più, quando basta e avanza per farti arrivare al limite consentito, divertendoti?

I don't Like
Il suono del clacson… Ecco uno dei dettagli “rischiosi”, nella sua innata semplicità;Lifers Cool
Offre divertimento genuino e privo di complicazioni. Anche la 124 Spider (che da lei deriva - con tanto di benestare Nipponico) non riesce a suscitare le stesse emozioni, a meno che non andiate su una molto più costosa Abarth.VIDEO
Che dite? Lo facciamo un giro?
Anche tu hai un'auto che ci vorresti far provare?
(riservato a concessionari e proprietari di auto particolari)
RINGRAZIAMENTI SPECIALI
Mazda Motor Italia nelle persone della Dott.ssa Marilù Granieri e il Sig. Francesco Pinto
Vuoi acquistare le immagini in alta risoluzione con liberatoria copyright?
contattaci e ti mostreremo l'album fotografico completo da cui scegliere
testi ed immagini di questo articolo sono protetti dalla legge sui diritti d'autore. E' partanto vietata la riproduzione senza espresso consenso scritto da parte della redazione di LifersBlog.